Danza

Arriva a Milano l’antica arte giapponese del Kintsugi

Arriva a Milano l’antica arte giapponese del Kintsugi

L’antica arte giapponese del Kintsugi tradotta in danza contemporanea, in scena al Teatro dell’Arte si Milano. L’incasso sarà devoluto in beneficienza.

Per la cultura giapponese, le ferite sono un valore che testimonia la vita dell’uomo, così come le crepe raccontano la storia di un oggetto. Le une e le altre vanno rimarginate, ma non nascoste. I preziosi frammenti debbono essere tenuti assieme con un metallo altrettanto pregiato, l’oro liquido che, secondo l’antichissima arte del Kintsugi, crea originali intrecci nelle linee di saldatura.

L’imperfezione genera così una forma di perfezione, basata sull’estetica. Anche il morbo di Alzheimer causa il progressivo disgregamento della mente e rende necessario rimodulare l’interiorità. L’esistenza stessa impone un continuo adeguamento alle sue leggi scandite dal trascorrere del tempo.

Il potere taumaturgico della danza

Dopo una lesione o un dolore, la danza può favorire la rinascita interiore e portare a una diversa configurazione della bellezza. “Kintsugi” è il titolo dello spettacolo presentato da Costruire di Giovanna Belloni in collaborazione con Déjà Donné, giovedì 1 marzo 2018 alle ore 20, al Teatro dell’Arte di Milano.
Sulla musica suonata dal vivo da Luciana Elizondo, i giochi di luce simulano le colate del metallo lucente, in un progetto scenografico evocativo popolato dalle sculture in bronzo, ferro e altri materiali create da Giovanna La Falce.

Le tematiche sfociano in finalità benefiche

Le coreografie immaginate da Daniele Ziglioli e Giovanna Belloni portano i danzatori a misurarsi in tre situazioni differenti. Dapprima si sperimenta il disagio, il senso dell’abbandono, l’emarginazione e l’incomprensione. Poi è la volta dell’Alzheimer, con i suoi terribili squarci al corpo e all’anima. Infine, l’invecchiamento e la necessità di seguire i cicli vitali.

L’incasso della serata sarà devoluto in beneficenza al Centro di aiuto ai minori e alla famiglia in crisi, e al progetto "Il paese ritrovato" della cooperativa La Meridiana, che accoglie i malati di Alzheimer in una vera e propria città strutturata per le loro esigenze.